Il risultato del voto referendario di domenica 4 dicembre 2016

pelizzaIl risultato del voto referendario di domenica 4 dicembre c’incoraggia ad andare avanti con il socialismo.  Oltre 19 milioni d’italiani, il 60% dei votanti, hanno in maniera netta detto NO. Hanno detto no non solo a Renzi ed al suo governo etero diretto ma all’intero sistema di cui Renzi è espressione e che attraverso un Parlamento delegittimato dalla Corte Costituzionale ha condotto il Paese in balìa della speculazione internazionale. Quella speculazione che in suo documento ufficiale ha indicato nel “troppo socialismo” l’elemento che Renzi avrebbe dovuto/voluto rimuovere e che il popolo italiano ha invece confermato nella sua Costituzione.

Troppo socialismo. Il discorso comincia da lontano. Il declino del Paese, e con esso la crisi, la de-industrializzazione, la disoccupazione, vanno tutti letti alla luce della necessità da parte delle centrali della finanza globale di sbarazzarsi del socialismo e dei suoi leader. Nasce da qui Tangentopoli, l’esilio di Craxi che ebbe il coraggio di denunciare il pericolo sociale che la democrazia correva, il suo sacrificio,  ecc. non certo per gli indicati motivi di giustizia o  per combattere la corruzione che viceversa ha proliferato rigogliosa e felice fino ai giorni nostri di Expo e Mafia Capitale. Oggi i socialisti sono chiamati a riunirsi e rivendicare insieme alle classe dei lavoratori i diritti che la costituzione ha loro garantiti, e che la politica non ha attivati.

Gli uomini muoiono, qualcuno da schiavo altro da eroe, ma le idee non possono morire. Come un fiume carsico, possono scorrere nel sottosuolo, ma prima o poi torneranno in superficie. Il pensiero del socialismo che ha percorso ed animato il Risorgimento e la prima Repubblica italiana, non può dissolversi per i desiderata di una qualsiasi banca pirata. Sono queste le motivazioni che hanno indotto la UILS a risollevare le rosse bandiere dei Costa e dei Turati ed a raccogliere la sfida di J.P.Morgan.

Il braccio di ferro è tra socialismo e capitale speculativo, tra indipendenza nazionale e schiavitù, tra progresso e regressione. L’UILS ha chiamato a raccolta tutti i socialisti che vogliono continuare a lottare nobilmente contro l’Impero del Male, per la libertà, la democrazia e la giustizia sociale: il socialismo del NO.

Molti hanno risposto all’appello, eravamo in tanti il 28 Novembre nell’Auletta della Camera dei Deputati, molti altri risponderanno ancora. Perché la lotta democratica è appena agli inizi e l’esito è tutt’altro che scontato. Renzi è stato rinchiuso a Palazzo Chigi e Mattarella minaccia di gettare la chiave poi dopo di Renzi salirà forse un altro cialtrone? Ma il socialismo continuerà a lottare. Fin tanto ché all’uomo a misura d’economia non sarà succeduta un’economia sociale a misura d’uomo. Quell’autentica giustizia sociale che la UILS – Unione imprenditori e lavoratori socialisti – oggi rappresenta.

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