Terremoto centro Italia: il governo faccia qualcosa di concreto

Questa mattina il centro Italia ha avuto un brutto risveglio. Un terremoto di magnitudo 6 ha scosso nella notte molti paesi tra il Lazio, le Marche e l’Umbria. Per ora il bilancio è di 38 morti e molti paesi da ricostruire, tra cui Amatrice, in provincia di Rieti, eletta nel 2015 uno dei borghi più belli d’Italia. La nazione si stringe in un abbraccio di fratellanza agli abitanti. Sangue, sostegno economico, volontariato. Tutto per garantire che la gente non soffra più del dovuto e non risenta del disagio.
La paura viene per come reagirà il mondo politico. Lacrime, belle parole e solidarietà da tutte le parti. Il guaio è che vengano a crearsi dei nuovi casi, come quelli già visti per il terremoto de L’Aquila del 2009. Città che rimarranno nelle macerie per anni, cittadini che attendono che le istituzioni facciano concretamente qualcosa, loschi figuri che approfitteranno della situazione, come già avvenuto in precedenti occasioni.
Il Movimento Uils, vicino a tutti gli abitanti delle zone terremotate, si augura che il premier Matteo Renzi faccia concretamente qualcosa e non prometta solamente, come è solito fare. Occorre un piano di salvaguardia per le zone ad alto rischio sismico, un giusto monitoraggio e una puntuale prevenzione. Occorre rimettere in piedi gli edifici prima che l’inverno e il maltempo possano complicare le cose. Occorre trovare una residenza per chi ha perso la sua abitazione, per non parlare del sostegno psicologico. Occorrono fatti: le parole, soprattutto in questi casi, sono pressoché inutili.

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