Pertini, il terremoto dell’Irpinia e la Protezione civile

Era il 1980 quando un forte terremoto colpì la Campania centrale e parte della Basilicata: sisma che causò quasi 3000 vittime e più di 8000 sfollati. Considerato uno dei più grandi disastri naturali che colpirono l’Italia nel secolo scorso, passato alla storia come il ‘terremoto dell’Irpinia’, viene ricordato ancora oggi come il sisma dove i soccorsi ritardarono di molto gli aiuti necessari. Ritardo che Sandro Pertini, all’epoca capo dello Stato, denunciò in un suo discorso pubblico:

“Sono tornato ieri sera dalle zone devastate dalla tremenda catastrofe sismica. Ho assistito a scene che mai dimenticherò (…) A distanza di 48 ore non erano ancora giunti in quei paesi gli aiuti necessari (…) Ancora dalle macerie si levavano gemiti, grida di disperazione dei sepolti vivi e i superstiti, presi da rabbia mi dicevano di non avere gli attrezzi necessari per poter salvare i congiunti, liberarli dalle macerie (…) Nel 1970 in Parlamento furono votate leggi riguardanti le calamità naturali: vengo a sapere adesso che non sono stati attuati i regolamenti di esecuzione di queste leggi. E mi chiedo: se questi centri di soccorso immediato sono stati istituiti, perché hanno funzionato? Perché a distanza di 48 ore non si è sentita la loro presenza in queste zone devastate? (…)  

Vi sono state delle mancanze gravi non vi è dubbio e quindi chi ha mancato dev’essere colpito. Adesso non si può pensare di inviare tende in quelle zone. Sta piovendo, si avvicina l’inverno e con questo il freddo (…) bisogna pensare di dar loro un alloggio e poi una casa. (…) Non deve ripetersi quello che è avvenuto nel Belice. Io ricordo di essere andato in Sicilia e a Palermo venne il parroco di Santa Ninfa coi suoi concittadini a lamentarsi: a distanza di 13 anni nel Belice non sono state ancora costruite le case promesse; i terremotati vivono ancora in baracche. Eppure allora furono stanziate le somme necessarie. Dov’è andato a finire questo denaro? Chi è che ha speculato su questa disgrazia del Belice? E se vi è un responsabile è in carcere, come dovrebbe essere? Per me l’infamia peggiore per me è quella di speculare sulle disgrazie altrui.

Non si ripeta, per carità, quello che è accaduto nel Belice, perché sarebbe un affronto non solo alle vittime di questo disastro sismico, ma sarebbe un’offesa che toccherebbe la coscienza di tutti gli italiani della nazione intera e la mia prima di tutti. Quindi si provveda seriamente, si veda di dare a costoro a tutte le famiglie una casa. (…) Un appello voglio rivolgere anche a voi, italiane e italiani, senza retorica. Un appello che sorge dal mio cuore, di un uomo che ha assistito a tante tragedie, a degli spettacoli che mai dimenticherò di dolore e disperazione. Non c’entra la politica. qui c’entra la solidarietà umana. Tutti devono sentirsi mobilitati, per andare in aiuto dei loro fratelli colpiti in questa sciagura. Credetemi: il modo migliore di ricordare i morti è quello di pensare ai vivi”.

Con queste parole l’allora presidente della Repubblica diede conforto alle vittime di quella sciagura. Parole che incitavano al sostegno per i bisognosi, all’aiuto. Fu così, a seguito di tali eventi, che Pertini istituì il Ministero della Protezione Civile: un ente che potesse regolare gli aiuti e coordinare i mezzi in maniera ottimale. Un’organizzazione che oggi vanta volontari e un posto nella parata del 2 giugno ed è sempre in prima linea nei momenti di difficoltà, insieme ai vigili del fuoco. Organizzazione che, senza Sandro Pertini, non sarebbe esistita.

Loading

Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *