Gli interventi di chi scrisse la Costituzione

“Pagina dopo pagina, il dibattito, le osservazioni, gli interventi, le interruzioni, le proposte, i chiarimenti e le prese di posizione che partono da presupposti politici diversi, prendono, attanagliano l’attenzione e commuovono. Sì, commuovono. Sta nascendo, dopo venti anni di fascismo e dopo la tragedia della guerra, con tanto dolore e tante distruzioni, una nuova Italia.   Una Italia repubblicana e democratica, una Italia che ha pagato un altissimo tributo di sangue alle follie di Mussolini, di Hitler, del fascismo e del nazismo e che ora, ridotta ad un cumulo di macerie, tenta di rinascere.

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Dandosi, ovviamente per scelta popolare, regole democratiche e antitotalitarie, tenendo conto di un mondo nuovo: quello dei lavoratori, dei combattenti e dei partigiani e quello di chi ha “osato” ribellarsi alla dittatura e alla occupazione straniera in qualunque modo e con qualunque mezzo. Basta leggere le carte e gli atti per ritrovarsi in mezzo alle parole, alle affermazioni di principio e alle grandi prese di posizione sulla democrazia, sul lavoro e la libertà nel nuovo Stato.

Ci sono tutti a spingere e a darsi da fare perché la Patria rinasca nella tolleranza reciproca e nella libertà. Ci sono i cattolici, i liberali, gli azionisti, i comunisti, i repubblicani, i democristiani, i socialisti e persino i monarchici e i qualunquisti. Nel 1946 sono riuniti nell’Assemblea Costituente eletta dal popolo e stanno scrivendo la Costituzione: cioè la Carta fondamentale della Repubblica, la “legge di tutte le leggi”, come scrisse qualcuno in quei giorni pieni di emozione.  Ora, in questi mesi è di nuovo tutto un discutere intorno alla Costituzione, sulla necessità di alcune  difiche della “seconda parte” per “rendere più spedito il governare”, mettendo addirittura da parte il Parlamento. C’è invece chi l’attacca e cerca di svuotarne l’importanza, le garanzie e i contenuti. E chi, in modo totalmente cretino e senza nulla sapere o aver letto, giura e spergiura che la nostra Carta fondamentale, non funziona più perché ha una forte impronta “sovietica” e comunista.

Insomma non è più buona e valida perché somiglia troppo alle inutili e mai attuate costituzioni dei Paesi dell’Est al tempo di Stalin. Allora abbiamo deciso, proprio per il 25 aprile, giorno della ritrovata libertà, di pubblicare, almeno in parte, gli stenogrammi del dibattito parlamentare all’Assemblea Costituente a proposito dell’articolo 1 della Costituzione, forse il più importante. O meglio quello che apre solennemente la Carta fondamentale della Repubblica e che dà il carattere a tutto il resto del testo. È notissimo e dice: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. 

È un articolo perentorio, fermo, inequivocabile e preciso che fa pensare, in questi tempi di crisi, a quante migliaia di lavoratori stanno perdendo il posto. Ma quello che emoziona e non poco nella lettura degli atti parlamentari, è il lungo e appassionato dibattito dei Costituenti per mettere a punto proprio l’articolo 1 della Costituzione. Altro che “stampo sovietico”! Tutti, in aula, sostennero ovviamente le loro posizioni politiche, ma con un rispetto reciproco per gli altri che, appunto, emoziona e commuove. Stavano costruendo la nuova Italia e i parlamentari ne erano profondamente consapevoli. La loro passione e il livello culturale della discussione, erano altissimi e fondati, comunque, sulla lealtà e sulla consapevolezza che si doveva far presto a rimettere in piedi il nostro povero Paese.

Noi che abbiamo dovuto vedere dei parlamentari che mangiavano mortadella in aula per insultare Prodi, che mostravano dei cappi da impiccagione o che parlavano come dei ragazzini della quinta elementare, ignoranti e grevi, abbiamo respirato davvero aria pura nel rileggere gli atti della Costituente. Abbiamo sentito onestà e grande preparazione persino negli interventi dei qualunquisti o dei monarchici. E abbiamo sentito l’altissimo livello civile e politico dei parlamentari. Insomma, non c’è alcun dubbio, si trattava di politica alta e vera. Vi immaginate oggi, in aula alla Camera o al Senato

sentir citare con tranquillità e consapevolezza, Kant, Mazzini, Marx, San Paolo, Stalin, Voltaire, Carlo Magno, Alessandro Volta, Melchiorre Gioia, Lincoln, Cicerone o Aristotele? E poi magari discutere sulla democrazia nell’antica Grecia, sul Risorgimento italiano, la Rivoluzione francese, sulla Carta fondamentale degli Stati Uniti, o sulle leggi inglesi e le Costituzioni francese, sovietica, jugoslava, svedese, turca e di altri Paesi? Potete immaginare un dibattito su questi temi tra Berlusconi, Maurizio Gasparri, Tajani e Bossi? Il livello di preparazione e di capacità tra i politici del 1946 era molto, molto alto.

Certo, tra i “padri costituenti” c’erano, tra gli altri, Amintore Fanfani, Palmiro Togliatti, Umberto Terracini, Aldo Moro, Ugo La Malfa, Giuseppe Dossetti, Giorgio La Pira, Emilio Lussu, Fausto Nitti, Piero Calamandrei, Lelio Basso, Giuseppe Saragat, Pietro Nenni, Luigi Einaudi, Giorgio Amendola, Sandro Pertini, Leo Valiani, Vittorio Emanuele Orlando, Giovanni Gronchi. Sull’articolo 1 della Costituzione, intervennero tutti e qui ci sono parti dei loro discorsi, riassunti per la stampa dagli stenogrammi originali. Ovviamente sarebbe stato impossibile pubblicare i testi integrali.”

W.S.

 

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