Accordi di Schengen: Gasparo (UILS), discuterli significa discutere il principio di solidarietà dell’UE

Il presidente della UILS, Antonino Gasparo, si è detto “stupito e indignato dai fatti che stanno accadendo in Europa” in merito alla decisione della Svezia di rimpatriare in massa 60 mila richiedenti asilo. “Gli accordi di Schengen rappresentano gran parte della base democratica dell’UE. Migliorarli è possibile, adeguarli ai tempi sicuramente; ma permettere che vengano discussi, significa mettere in dubbio i principi fondamentali dell’odierna comunità, come democrazia, fiducia, solidarietà e rispetto tra i popoli delle nazioni che ne fanno parte”.

images“Ciò che alcuni stati vorrebbero compiere – ha proseguito il presidente – è un vero e proprio attentato alla libertà. Fermiamoci a pensare al nome dell’organizzazione internazionale di cui facciamo parte: ‘Unione Europea’. Come si può usare questo termine, se ognuno decide di pensare unicamente a se stesso? I padri fondatori hanno voluto sancire negli accordi idee, quali l’integrazione e l’ottimizzazione della vita, come pilastri del progresso della civiltà umana. Quello che sta accadendo è un momento storico: dobbiamo rimanere saldi sui nostri principi di fratellanza. Dobbiamo pensare anche ai diritti umani e non solo a quelli economici”. Gasparo poi inasprisce i toni: “Questi paesi devono smettere di usare la scusa del sovraffollamento o della criminalità: non è negando asilo che questi fenomeni diminuiranno. Si pensi a chi non arriva, a quanti in un unico giorno periscono in mare: usando anche quei dati, in percentuale, quanti arrivano nelle nostre coste? Pochi in realtà. Queste persone perdono tutto, affetti e possessi, per venire in un luogo, dove trovano solo diffidenza, fame e umiliazione. Mettiamoci in testa che in Medio Oriente c’è una guerra più grande, che coinvolge armi e sapere, bombe e credo religioso. Cosa avrebbero fatto i nostri antenati se, durante gli anni ’20, l’America si fosse rifiutata di accoglierli?”

Gasparo ha terminato dando una proposta di soluzione: “Tanti governanti predicano la pace, ma davanti ad esempi di intolleranza distolgono lo sguardo. Facciano come ha suggerito Sandro Pertini in un suo storico discorso alla Fao: si svuotino gli arsenali e si riempiano di grano. Come ‘unione’ di paesi, iniziamo ad aiutare, con un misero 1% della nostra economia, quei paesi che hanno difficoltà a sostenersi: un aiuto che non diventi un principio di debito, ma una forma di investimento. Comportarsi non come un amico che potrebbe trasformarsi in carnefice, ma come un fratello maggiore con più esperienza. Buttiamo nell’oblio questi principi razzisti, retrogradi e animaleschi: comportiamoci come gente di spirito e forza di volontà”.

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