Gasparo (UILS): Davigo rivaluti Bettino Craxi

Il dissenso tra Magistratura e Politica è sempre più evidente. Si nota ogni giorno di più, sentendo dichiarazioni di governanti e giudici. Giovedì 21 aprile  A prendere parola, questa volta, è stato Piercamillo Davigo, presidente ANM.

Piercamillo Davigo
Piercamillo Davigo

Il magistrato, infatti, in una sua intervista al Corriere della Sera, ha dichiarato che l’attuale politica è peggiore di quella della Prima Repubblica. I politici di allora, dice Davigo, ‘riconoscevano la superiorità della virtù’. Ora è diverso. Chi ruba, non lo fa per un partito o un ideale, ma per mero interesse personale: l’unica differenza è che gli odierni politici “hanno smesso di vergognarsi”.

Il presidente della UILS, Antonino Gasparo, ha espresso una sua opinione in merito essendo: “Non si può non riconoscere che i finanziamenti illeciti alla politica, ieri come oggi, costituiscono una grave lesione del principio di uguaglianza poiché ai cittadini privi di risorse non è consentito di partecipare alla competizione elettorale e alla vita democratica liberi da vincoli”.

“Quando Davigo, però, si è dichiarato favorevole – prosegue Gasparo – alla non punibilità del primo che parla, rispondo che Bettino Craxi, da Presidente del Consiglio, denunciò pubblicamente in Parlamento il sistema dei finanziamenti ai partiti, quelli regolari e quelli illeciti, e che, interrogato in aula giudiziaria confermò per primo tutta la verità. Ma a quel tempo nessuna voce ha fatto tesoro di tale dichiarazione”.

La dichiarazione del giudice Davigo, che oggi si “rubi” di più ma in modo meno organizzato, conferma implicitamente quel che Craxi ha più volte detto e scritto, distinguendo nettamente la cosiddetta seconda Repubblica dalla prima. Il distacco tra i politici di oggi e di allora è abissale: le azioni dei secondi, anche quando irregolari, avevano uno scopo, un fine. Sarebbe giusto, da parte di Davigo e dell’ANM, quindi, rivalutare politicamente quelle figure e quei partiti che un tempo parte della magistratura ha letteralmente distrutto.

“Spesso si dimentica – prosegue Gasparo – che l’Italia con Craxi è entrata nel G7, ha riacquistato credibilità economica a livello mondiale, era al quinto posto tra i paesi più industrializzati superando la Gran Bretagna; l’inflazione è scesa dal 16% al 4% facendo salire il potere d’acquisto secondo posto, preceduto solo dal Giappone. Craxi ha dimostrato autorevolezza e indipendenza durante la crisi di Sigonella”.

Già un altro magistrato, Antonio Di Pietro, aveva invitato la magistratura ad approfondire il tema del finanziamento ai partiti rammaricandosi, in fondo, di non aver proseguito l’azione investigativa anche dopo le dichiarazioni di Craxi in aula ed in Parlamento. Anche Piercamillo Davigo dovrebbe farsi promotore di chiarezza a riguardo, restituendo a verità storica la figura politica ed istituzionale di Bettino Craxi e di altri personaggi coinvolti in prima persona o indirettamente nella fine ingloriosa della prima Repubblica. Gasparo ribadisce: “Spetta agli uomini onesti e giusti fare riemergere la verità su quel periodo storico”.

Nel rispetto morale dei nostri padri costituenti e dei nostri figli che devono conoscere i fatti ed avere chiari i motivi che hanno portato alla distruzione della classe politica che ci aveva traghettato dalla fame del dopoguerra ad un benessere di stabilità lavorativa: un benessere che doveva ancora  stabilizzarsi ma migliore della situazione di regresso materiale e morale dell’Italia di oggi.

La magistratura quindi, tra i suoi compiti istituzionali, trovi il tempo di riesaminare e ridiscutere le figure ed i personaggi politici di quel periodo affinché la società civile, possa finalmente, finita l’ira critico iconoclasta di quegli anni, avere una libera opinione sulla politica e sui partiti della prima Repubblica.

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