Augurio della Uils per i docenti e gli alunni per un nuovo anno scolastico

Sandro Pertini è stato il settimo capo dello Stato italiano, ancora oggi ricordato come il presidente “più onesto e amato dagli italiani”. La sua vita e la sua attività politica, sempre al servizio del bene comune e alla fedeltà istituzionale, hanno avuto una particolare attenzione perle generazioni emergenti, quali futura guida del nostro Paese. Pertini credeva soprattutto nelle doti e capacità dei giovani. Sia come semplice politico che come figura istituzionale, ha sempre privilegiato il dialogo con le nuove generazioni, considerandole eredi della custodia della giustizia sociale. Dopo la sua elezione a presidente della Repubblica, ha instaurato al Quirinale un percorso continuo d’incontro con i giovani. Con l’inizio dell’anno scolastico, il presidente Pertini inviava un messaggio di augurio di buon lavoro ai docenti e agli alunni. Usando le sue parole promulgate nel 1984, il Movimento Uils, da sempre fedele al messaggio e l’opera di Pertini, invia un sincero augurio per l’inizio di un proficuo anno scolastico e accademico.

“(…) Sta per ripetersi quel momento emozionante che per milioni di ragazzi, di docenti, di collaboratori è da sempre il primo giorno di scuola. Per alcuni, i più piccoli, sarà questo l’incontro iniziale con una grande e complessa realtà che li accoglierà nel suo seno e, stagione dopo stagione, li accompagnerà sino alle soglie dell’età matura.
Per gli altri sarà l’avvio di un nuovo ciclo di lavoro e di fruttuosa esperienza. Per tutti – genitori, docenti, personale addetto alle strutture e ai servizi – il primo giorno di scuola resta severo banco di prova del massimo tra gli sforzi che una moderna società civile è in grado di esprimere allorché, con la scuola e con la formazione delle giovani generazioni, essa plasma il suo stesso avvenire.
(…)
A tutti vorrei dire anzitutto che lo studio e l’apprendimento sono certamente un dovere dei giovani, ma ancora prima l’oggetto di un fondamentale diritto, di una preziosa conquista sociale guadagnata dalle lotte e dai sacrifici di molte generazioni e resa, giorno per giorno, attuale grazie alla dedizione di un gran numero di persone e all’impiego di gigantesche risorse della collettività.
Siate consapevoli, cari giovani, di cosa significa ‘scuola per tutti’ in una società democratica; rispettate l’impegno e gli sforzi che essa richiede; non dissipate – soprattutto – il patrimonio di energie, di intelletto, di speranza racchiuso nelle vostre menti. In questa intatta potenzialità è riposto il futuro del paese. Il più vero e prezioso capitale che esso possegga; ed è alla scuola che spetta coltivarlo e valorizzarlo affinché fruttifichi nell’interesse della collettività e ai fini stessi del benessere di ciascuno di voi.
Disponetevi al nuovo anno scolastico con serietà ed impegno; la stessa serietà e lo stesso impegno che è richiesto ad ogni cittadino e che anche voi – membri eguali di una società libera e democratica – sarà domani indispensabile per esercitare le vostre responsabilità verso la famiglia, il lavoro, la cosa pubblica.
La scuola, dal canto suo, dovrà sempre più porsi in grado di far fronte al suo compito delicato e vitale. Possiamo aver piena fiducia della competenza e dell’impegno dei docenti, del personale direttivo ed ausiliario, dei collaboratori di ogni ordine e grado. 
Dobbiamo anche poter contare su strutture adeguate alle esigenze, su programmi armonici e aggiornati, su decisioni efficaci e giuste. E’, questo, compito primario del Parlamento, del governo, delle forze politiche e sociali cui spetta in questo campo sensibilità estrema, grande senso di equilibrio, profonda intelligenza dei bisogni e delle aspirazioni del paese. 
(…) Con tale animo voglio oggi rivolgere ai giovani, ai quali confermo tutta la mia fiducia, e a quanti vivono e lavorano al loro fianco l’augurio di un felice primo giorno di scuola, preludio di un anno fecondo di apprendimento e vissuta esperienza.
Li abbraccio tutti, i nostri ragazzi, e sono ad essi vicino con amicizia sincera nelle loro gioie, nelle loro delusioni, nella loro quotidiana fatica”

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